Dipinto olio su tela di cm. 128 x 107 raffigurante "Piramo e Tisbe" di Antonio Lagorio( di origine genovese; attivo a Parma nella seconda metà del XVII secolo). Con cornice laccata nera e dorata.
PIRAMO E TISBE: (Metamorfosi, VI, 55-166). Giovane coppia babilonese la cui storia somiglia a quella dei due sventurati innamorati del dramma di Shakespeare. Secondo Ovidio, le loro nozze furono proibite dai genitori, perciò essi si accordarono per incontrarsi segretamente una notte fuori dalle mura della città, presso un albero di gelso vicino a una fonte. Tisbe giunse per prima al luogo dell'appuntamento, ma mentre attendeva venne a bere alla fonte una leonessa che aveva ancora la bocca insanguinata per aver appena ucciso la preda.La fanciulla fuggì e per la fretta e lo spavento perse un velo che la belva lacerò. Quando Piramo sopraggiunse e trovò ildrappo strappato e insanguinato pensò che Tisbe fosse stata uccisa. Ritenendosi responsabile della morte dell'amata estrasse la spada e si trafisse;il suo sangue colorò per sempre di rosso le bacche del gelso.Tisbe tornò e, trovato l'amato morente, si getto a sua volta sulla spada. La vicenda non compare nell'iconografia antica; fu solo in epoca postrinascimentale che la scena della morte dei due giovani cominciò a riscuotere un notevole favore tra gli artisti....(Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte, James Hall, edito da Longanesi&C.) VENDUTO
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